Nell'Astigiano, in un locale dedicato a Bandini, prezzi buoni e ottima cucina, tra territorio e mare
Nel nome del buon cibo e di Fante, un destino di successo è già scritto
Trattoria da Gigi, si chiamava, ed era ritrovo di cicloamatori in allenamento sulle colline del Monferrato.
Dal 2002, si chiama Bandini, ed è un rimando letterario (John Fante ringrazierebbe, se fosse vivo), così come suona palazzeschiano l'indirizzo, via Cornapò.
Ai due soci, Massimo Rivetti in cucina e Antonello Bera tra sala e cantina, piace la letteratura e a noi è piaciuto molto il loro locale.
Moderno nell'arredamento, con una Guzzi V7 del '72, bianca e nera, piazzata in sala (ma con la bella stagione si mangia fuori).
Ci è piaciuto molto per due motivi, entrambi importanti: l'onestà dei prezzi e la bontà dei piatti, e possiamo aggiungere il garbo del servizio e una buona carta dei vini (anche biologici).
Il menù del territorio comprende tre antipasti (spuma di robiola di Roccaverano con marmellata di cipolle rosse, vitello tonnato e tortino di sedano dorato d'Asti con fonduta di toma, poi agnolotti al sugo d'arrosto, guanciotti di vitello brasati, dessert a scelta, 30 euro bevande escluse.
Un po' di più (36 euro), e scandito sullo stesso numero di piatti, il menù di pesce.
C'è anche un menù per coppie: carne cruda, nido di scarola con uovo poché e bottarga di muggine, tajarin alla monferrina, Madama Piemonteisa (costata) alla griglia e due dessert, inclusi acqua, caffè e una bottiglia a scelta tra Champagne e Barolo: 90 euro in due.
Massimo, che dimostra meno dei suoi 39 anni, è davvero in gamba: dalle acciughine al verde alla bavarese al Barolo chinato, dal vitello tonnato al filetto di sampietro al forno, dallo storione affumicato alla lavanda al carré d'agnello, dai plin di verdure e parietaria insaporiti da acciuga e timo agli agnolotti al sugo d'arrosto, non un cedimento, un piccolo passo falso: ha mantenuto la stessa quota (alta) di volo. E di voto.
Perciò, come non facciamo spesso, vi diciamo: non abbiamo suggerimenti, andate tranquilli, certi posti esistono ancora.
(tratto dalla sezione "dolce vita - mangia & bevi di Gianni e Paola Mura", pag. 143)
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